LORO PER LORO, IO PER VOI

lunedì 8 marzo 2010

IL BARONE ROSSO

Le università italiane non stanno certo vivendo il loro momento migliore. Le università marchigiane purtroppo hanno dei problemi superiori alla media nazionale. Stiamo lentamente scivolando agli ultimi posti della graduatoria nonostante le ingenti somme di denaro che l’amministrazione regionale sta stanziando per questo settore.
Non riusciamo a qualificare in modo sufficente i nostri studenti.
Il problema in questo settore è il ‘baronato’. Le nostre università sono controllate da docenti che sono padri e padroni degli atenei stessi.
Non esiste più la meritocrazia, se si è figli di nessuno la possibilità di diventare ricercatore universitario è pressoché nulla. I baroni operano impuniti in questo sistema controllando la maggior parte della spesa universitaria e decidendo a loro piacimento chi debba vincere un concorso e chi invece debba perderlo. Questo sistema è incancrenito ormai da molti anni e purtroppo le conseguenze vengono pagate sia dagli studenti sia dalla comunità economica regionale che non riesce ad attingere più dalle fresche menti appena uscite dagli atenei.
L’amministrazione di sinistra non solo non ha fatto niente per combattere questo sistema ma è riuscita persino ad annoverare tra le proprie fila la maggior parte dei ‘baroni’ (le università sono un buon bacino di voti).
Non possiamo pensare di poter uscire dalla crisi globale senza l’aiuto delle nuove generazioni, le università saranno in futuro o la nostra salvezza oppure la causa del nostro declino e per questo è necessaria una terapia d’urto per contrastare i ‘padroni abusivi’ degli atenei.
La miglior soluzione è la rotazione delle cattedre che consentirebbe di non permettere più ad un ‘barone’ di essere docente per un lungo periodo nella stessa università. Riusciremo a farlo? Non lo so, comunque posso garantire che ci proveremo.

3 commenti:

  1. Mamma mia avvocato, certo che leggere i suoi proclami sulla cultura e sulla scuola suona proprio come un paradosso!
    Cosa c'entra il congiuntivo nella frase subordinata relativa "che l’amministrazione regionale STIA stanziando per questo settore"?
    Il baronato è di certo un problema, ma a me preoccupa anche la qualità dell'insegnamento. Nel suo curriculum si legge che è stato insegnante, ma cosa insegnava se non azzecca un congiuntivo?
    Poveri noi...
    Cordialmente,
    Manlio Cavaldonati

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  2. Dai, la "i" è un refuso, voglio sperare che lo sia. Piuttosto ho visto che pressoché è scritto bene (in alternativa consiglio il prèsso che), ora non può più dire che la sinistra non serve a nulla. Un'ultima cosa, cos'è la maggior-parte? breve ripasso sull'uso del trattino:

    Il trattino può essere di due tipi: lungo si usa al posto delle virgolette dopo i due punti per introdurre un discorso diretto o, in alternativa a virgole e parentesi tonde, si può usare in un inciso; breve serve invece a segnalare un legame tra parole o parti di parole e compare infatti per segnalare che una parola si spezza per andare a capo, per una relazione tra due termini (il legame A-B), per unire una coppia di aggettivi (un trattato politico-commerciale), di sostantivi (la legge-truffa), di nomi propri (l’asse Roma-Berlino), con prefissi o prefissoidi, se sono composti occasionali (per cui il fronte anti-globalizzazione ma l’antifascismo) e infine in parole composte (moto-raduno, socio-linguistica) in cui tendono a prevalere, però, le grafie unite.

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  3. Ragazzi comunque non posso negare che siete simpatici....le vostre ironie su di me mi allietano la giornata. Mi mancherete finita la campagna elettorale.

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